Domenica 15/02/2004 – Ventisettesima
giornata –
 

Tosto – Zanini, Napoli si vola.
Azzurri due volte in vantaggio e due volte
ripresi. Decide l'ex triestino all'86'.
Splendido successo esterno dopo quattro mesi di digiuno.

 

PIACENZA – NAPOLI 2 – 3 (5910
spettatori)

Arbitro: Rizzoli di Bologna.
Guardalinee: Longo – Pascariello.

PIACENZA (4-3-2-1): Orlandoni, Cristante (1'st Edusei), Fattori,
Mangone, Bocchetti, Lucenti, Miceli, Riccio (14'st Tarana), D'Anna
(27'st Cacia), Ambrosetti, Beghetto.
Panchina: Serena, Radice, Abbate, Minopoli. All. Cagni.
NAPOLI (4-4-2): Manitta, Zamboni, Carrera, Bonomi, Tosto,
Martinez, Perovic, Marcolin (37'st Olive), Vidigal, Dionigi (44'st
Montezine), Savoldi (16'st Zanini).
Panchina: Brivio, Cvitanovic, Pasino, Sesa. All. Simoni.

MARCATORI: 42'pt Tosto, 47'pt Beghetto (r),
26'st Tosto, 34'st Cacia,
41'st Zanini
.

Li voleva corsari, li ha avuti corsari. Gigi Simoni lo aveva detto a
tutti (da Manitta a Savoldi), aveva invocato determinazione e qualità
negli ultimi trenta metri. Il Napoli va in fuga tre volte, viene
raggiunto in due occasioni malgrado il doppio Tosto, ma quando scollina
con Zanini (41'st) si fa immortalare dai fotografi. Non lo prendono più.
La prima volta del "Simoni da viaggio", l'ultimo blitz è farina del
sacco di Agostinelli (15 ottobre 2003, 1-0 a Treviso). La prima volta
dell'altro Gigi, l'inviperito Cagni, si riferisce allo stop del Piacenza
che mai aveva perso al "Garilli" in questa stagione. E non si piegava in
casa dal marzo 2003, quando il Como fece bisboccia da queste parti. Il
Piacenza rimonta due volte, ma commette il grave errore di non
accontentarsi. Si butta all'attacco, presta il fianco, lo infilzano. Non
ditelo a Cagni che di contropiede vive e, spesso, raccoglie.
Adesso celebriamo questo Napoli che ha sei squadre alle spalle, più
lontano dal maledetto tunnel della mediocrità. Tante cose ci vengono in
mente. La prima: quel Vidigal a centrocampo, anche se decentrato a
sinistra, è di un'altra categoria. La seconda: lunga salute a Dionigi e
Savoldi che, quando stanno bene, partono, incrociano e fanno male. Il
tris di Zanini, come vedremo, è un capolavoro di Dionigi che agisce da
centravanti vero e tiene impegnata mezza difesa. Il terzo particolare:
la difesa può concedersi qualche amnesia (vedi il primo pareggio su
rigore conquistato e trasformato da Beghetto dopo una mezza dormita di
Carrera), però ha uno Zamboni di cemento armato. I singoli, quando sono
di qualità, fanno gruppo. Il Napoli è una squadra, finalmente. Il Napoli
ha geometrie e sa soffrire. Il Napoli riparte e lancia un messaggio: ci
siamo, vogliamo smettere di regalare punti.
Il Piacenza vittima dell'influenza (Guardalben e Colombo marcano visita,
Cristante e Riccio recuperano in extremis) ha ancora in testa Bergamo. E
una vittoria da titoloni in prima pagina. Macchinoso, il Piacenza.
Prevedibile a centrocampo, dove Miceli e Riccio non carburano e Lucenti
incide poco; lento in difesa, i due centrali (Fattori e Mangone) spesso
infilati come una lama di coltello che affonda nel burro. Isolato
Beghetto, malgrado due trequartisti abbastanza ispirati, non si può dire
che D'Anna e Ambrosetti viaggino nella mediocrità. Il Napoli prende le
misure nei primi venti minuti, aspetta. Ma poi carbura, dal diesel passa
al turbo, cancella la timidezza e propone una voce diversa. La
personalità. Marcolin e Perovic non sono trascendentali, ma quel Vidigal
si inserisce, cerca e ottiene la superiorità a sinistra. Un colosso.
Fatto sta che dopo un colpo di testa firmato Dionigi (25') appena alto,
e una girata di D'Anna che mette i brividi a Manitta, il Napoli si
presenta alla cassa. un salto in archivio: da quanto tempo i giovanotti
azzurri non segnano lontano dal San Paolo? 2 novembre 2003 a Tempio, si
degnò Pasino, fu pari con il Cagliari. Cancellatelo, quel dato
inquietante. Storia del 42', confezione tripla del Piacenza che fu:
angolo di Marcolin, sponda di Dionigi e irruzione di Tosto nei pressi
del secondo palo. Qui il Napoli si guarda allo specchi, sbaglia un
contropiede in superiorità numerica, la risposta del Piacenza trova
impreparato Carrera. Il difensore è in leggero anticipo su Beghetto, ma
si lascia prendere il tempo e perde metri. Beghetto sfida Manitta, lo
salta in dribbling, guadagna il rigore (ineccepibile) che trasforma da
specialista.
Dopo l'intervallo, c'è una rivisitazione di Cagni. Non è aria per
Cristante debilitato, tocca a Edusei che si piazza in mezzo e Lucenti
diventa laterale difensivo. Ma il Napoli non è più in stand-by, risponde
colpo su colpo, una delizia. Qualche ripartenza non finalizzata, una
prima svolta si consuma al 15'. Tarana fresco di nomina (bocciato
Riccio) costringe Bonomi allo strafalcione: ha campo aperto e si
avvicina a Manitta destinato alla resa. Tarana dovrebbe chiudere di
piatto, sceglie un inguardabile esterno. Simoni pesca Zanini e dà fiato
a Savoldi. Il Napoli memorizza il pericolo corso, si dispera su un
contatto dubbio Dionigi-Fattori, raccoglie al 26'. Lo stesso Dionigi,
impagabile, conquista una punizione dal limite, malandrino il braccio di
D'Anna. Dai diciotto metri sassata di Zamboni, balzo pazzesco di
Orlandoni, tap-in di Tosto che deve essere un ex ingrato. Cagni pesca
Cacia (fuori D'Anna), il pari del Piacenza scaturisce da un'esecuzione a
bocce ferme di Ambrosetti: proprio Cacia svetta, nessuno lo disturba, e
colpisce. Un altro Napoli si accontenterebbe, questo Napoli no. Il
Piacenza presuntuoso si sbilancia. Vidigal vede Dionigi e fa crollare il
banco: controlla sublime, in condizione di precario equilibrio, e girata
che mette il panico a Orlandoni. Sulla respinta l'avvoltoio si chiama
Nik Zanini, è un attimo. Tutta Napoli gli chiede e ottiene di timbrare
il tagliando della felicità ritrovata.

 
MANITTA 6
CARRERA 5
BONOMI 5.5
ZAMBONI 7
TOSTO 7.5
MARTINEZ 5.5
MARCOLIN 6 (37'st Olive sv)
PEROVIC 6
VIDIGAL 7
SAVOLDI 6 (16'st Zanini 6.5)
DIONIGI 7 (44'st Montezine sv)
Simoni 7

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