Sabato 17/04/2004 – Trentottesima giornata
 

Simoni intrappola Bolchi.
Il Napoli si avvicina alla salvezza.
Brivido per Manitta all'ultimo secondo.
Pareggio che non serve agli umbri per riaprire il discorso promozione.

 

TERNANA – NAPOLI 0 – 0 (5000
spettatori)

Arbitro: Girardi di San Donà.
Guardalinee: Longo – Lion.

TERNANA (4-3-1-2): Brunner, Grava, Paci, Terni, Pesaresi (12'st
Ferrarese), Nicola, Migliaccio (41'st Corrent), Kharja, Jimenez,
Zampagna (12'sr Frick), Borgobello.
Panchina: Berni, Esposito, Scarlato, Savino. All. Bolchi.
NAPOLI (4-4-1-1): Manitta, Del Grosso, Portanova, Carrera (24'st
Marcolin), Tosto, Bernini (23'st Sesa), Montesanto, Perovic, Vidigal,
Zanini, Vieri (32'st Savoldi).
Panchina: Brivio, Quadrini, Esposito, Martinez. All. Simoni.

Una partitaccia. Con tutta la buona volontà, non abbiamo trovato un
fascia di luce. Pareggio inevitabile, per schiodare lo 0-0 avrebbero
dovuto convocare quindici attaccanti e forse non sarebbero bastati. La
Ternana è malata, viaggia con un macigno tra testa e collo, si chiama
paura. Il Napoli si difende, con dignità, oggi è impossibile chiedere di
più. Quando Frick, al 40'st, schiaccia di testa addosso a Manitta,
capiamo che non è aria. Al 48' il mediocre Ferrarese buca un pallonetto
difficile ma non impossibile, si chiude tra i fischi, inevitabile.
L'annunciata rivoluzione di Bolchi trova conferme. Pagano, Scarlato ed
Esposito, largo a Pesaresi sulla Fascia, mentre Migliaccio sostituisce
lo squalificato Ezio Brevi. il Napoli è a una punta (Vieri) con Zanini
in appoggio. Il principale comandamento è dimenticare le vicende
societarie che hanno animato un'intera settimana. L'atmosfera è
surreale: sciopero del tifo, la gente qui non ha gradito le recenti
vicende e il conseguente crollo in classifica. Al primo errore piovono
fischi. Quattromila persone in religioso silenzio, gli ultrà della curva
Est fuori dai cancelli, entreranno soltanto al 17' e non dedicheranno
cori gentili agli ex idoli. L'approccio è morbido, molto morbido, sembra
una partita di fine maggio. Se non ci fosse Luis Jimenez, vincerebbe la
noia. Il cileno, che a fine mese esordirà con la nazionale maggiore, è
un moto ondoso in aumento. Rapido, estroso, veloce di gambe e di
pensiero. Si capisce perché Juve, Lazio, Inter e Manchester sono in fila
per assicurarselo. Jimenez ci prova due volte e sfiora l'approdo: al 4',
sulla sassata da venti metri, ci vuole un balzo di Manitta che manda in
angolo; otto minuti dopo il cileno non conquista l'incrocio per una
questione di centimetri.
Il Napoli si organizza negli ultimi trenta metri, mette il bavaglio a
Zampagna e Borgobello, però notiamo subito che il centrocampo si occupa
soprattutto del contenimento. Bernini si batte, però non esce dal suo
fazzoletto di competenza, Perovic incrocia spesso Jimenez, mentre
Vifdigal e Montesanto sono diligenti a non lasciare spazi. Insomma, un
inno alla copertura totale. Scelta o incapacità, non sappiamo
rispondere. La coperta diventa corta quando bisogna lanciare Zanini o
assistere Vieri: emozioni zero. Ma quando si spegne il cerino Jimenez,
anche la Ternana torna in stand-by. Bolchi si agita e ha ragione: la
squadra è impotente, non c'è gioco senza palla, ininfluente l'appoggio
di Nicola e Pesaresi sulle fasce. una chiara evoluzione rispetto alla
Ternana che prendeva di petto l'avversario, decideva quando e come
colpirlo, spesso lo stendeva con una scudisciata. Questa è una Ternana
disordinata, rassegnata all'incompiuta, incapace di verticalizzare. Il
Napoli ringrazia, anche se mai si sforza di avvicinarsi a Brunner.
L'atteso Zanini non pervenuto, Vieri solo contro tre. Il progetto di
Simoni è chiaro: oggi il convento non consente voli pindarici, bisogna
sapersi accontentare. un gruppo a difesa del fortino, eppure gli
avversari non sono indiani agguerriti: Del Grosso e Tosto bloccatissimi,
rare sovrapposizioni, se non fosse per l'ordinaria amministrazione
Brunner potrebbe andare a cena con due ore di anticipo. La Ternana
intuisce che dovrebbe sforzarsi per un minimo di manovra convincente:
diligenti Migliaccio e Kharja in mezzo, non è un caso che, con la prima
azione apprezzabile, gli umbri sfiorino l'approdo. Al 30', infatti,
Grava scende sulla fascia destra, il cross non è banale, la girata di
Borgobello sarebbe a colpo sicuro se non sbattesse contro la traversa.
sfortuna sì. Però, la fortuna devi cercartela. E non deve essere una
notte baciata dalla dea bendata per Jimenez, sempre vivo, che al 40' ci
prova da fuori e non coglie l'angolino perché è scritto così.
Andiamo all'intervallo con una riflessione sincera: lo spettacolo è
un'altra cosa. Ma durante la pausa non abbiamo tempo di pensarci, si
spegne all'improvviso la torre d'illuminazione all'altezza della curva
Est. Girardi e le squadre, pronti per la ripresa, alle 21.28 tornano
negli spogliatoi. si ricomincia alle 21.50, ma il clichè non cambia: va
in onda il festival della banalità. Il muro del Napoli sembra una
montagna invalicabile, in realtà quelli della Ternana non provano ad
arrampicarsi. Bolchi, disperato, pesca due carte nel mazzo: lo spento
Zampagna lascia a Frick, Mentre Ferrarese rileva il fumoso Pesaresi. In
realtà, cambia pochissimo. La Ternana potrebbe inquadrare la porta con
Frick (17'), ma è una telefonata per Manitta. E allora, sorpresa, il
Napoli prende coraggio. Simoni lancia Sesa e risparmia Bernini, il
messaggio è: "Loro non hanno benzina, troviamola noi". Il Napoli
costruisce una palla-gol al 22': finalmente una discesa di Tosto a
sinistra, Vieri acrobatico e in anticipo sui difensori, ma la girata di
testa non trovava lo specchio. Simoni perde Carrera per infortunio,
piazza Marcolin al centro della difesa, tatticamente non cambia una
virgola. La Ternana ci prova sempre con Jimenez dai 22 metri, Manitta
respinge con il petto e dalle sue parti fortuna vuole che non ci siano
avversari. Ma il pareggio, ormai, è scritto.

 
MANITTA 6
DEL GROSSO 6
CARRERA 6 (24'st Marcolin sv)
PORTANOVA 6.5
TOSTO 6
BERNINI 6 (23'st Sesa 5.5)
MONTESANTO 6
PEROVIC 6
VIDIGAL 6
ZANINI 5
VIERI 5.5 (32'st Savoldi sv)
Simoni 6

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