Domenica 17/10/2004 – Sesta giornata –
 

Napoli, vince il San Paolo.
Lo spettacolo è sugli spalti: 79 mila
spettatori e 600 mila ero d'incasso, record di C.
Gara tattica ed equilibrata. Palo dell'Avellino. Azzurri vicini al gol
con Corneliusson e Mora.

 

NAPOLI – AVELLINO 0 – 0 (79000
spettatori)

Arbitro: Marelli di Como.
Guardalinee: Fabbri e Petrella.

NAPOLI (3-5-2): Belardi, Terzi, Scarlato (27'st Accursi),
Ignoffo, Abate (11'st Toledo), Corrent, Gatti, Corneliusson (26'st
Montervino), Mora, Berrettoni, Varricchio.
Panchina: Gianello, S. Bonomi, Montesanto, Leandro. All. Ventura.
AVELLINO (4-3-3): Cecere, D'Andrea, Criaco, Puleo, Moretti,
Vanin, Riccio, Cinelli (46'st Leone), Evacuo (8'st Morfù), Ghirardello
(30'st Fusco), Rastelli.
Panchina: De Marco, Palermo, Scicchitano, Scarpato. All. Cuccureddu.

Paura da derby, inevitabile 0-0. Risultato quasi obbligato, il nuovo
Napoli non ha il fisico per abbattere la capolista, a lungo troppo
calcolatore l'Avellino. Delusi 65'000 napoletani, stavolta al San Paolo
sono riapparsi anche i fischi. Festanti 3000 avellinesi, il pari va di
lusso ai tifosi orgogliosi di seguire la prima della classe. I canti
finali come manifestazione della parziale soddisfazione, vicina a
diventare totale nel ventre del secondo tempo. Evidente e scontato
l'imbarazzo fisico napoletano, sul cross breve da destra s'è avventato
l'antico Ghirardello, girato in incornata, il pallone e l'Avellino sono
sbattuti sul palo, al 23' della ripresa. Questa e altre emozioni, ma
piccole piccole, non da derby. Cuccureddu ha dato l'impressione di
aspettare troppo, di cercare la vittoria solo dalla metà del secondo
tempo: pareggiato il derby che poteva vincere. Ma il segno "x" ci sta
tutto, il Napoli qualcosina ha costruito in particolare allo spirare del
primo tempo.
Nuovo Napoli è durato poco, come previsto. Due opportunità in avvio di
gara e la fiammata in chiusura di primo tempo. Avellino con tanti
attaccanti in campo per un'ora, ma in atteggiamento difensivo. Molti
giocatori nella propria trequarti e via con le ripartenze. Conclusione:
emozioncine e punto. L'unica vera grande emozione l'ha fornita il
pubblico. Oltre 61'000 spettatori provvisti di abbonamenti e biglietti e
la solita marea di scavalcatori e portoghesi: servito il derby dei
70'000 e il ricco incasso di circa 600'000 euro. Una roba da brividi, a
fronte di una partita un po' così. Piaccia o no, questa è la serie C.
Pochi minuti di vero derby, forse i primi o forse gli ultimi del primo
tempo. Napoli nell'assetto annunciato e un uomo in più in mezzo al
campo, vantaggio non sfruttato. Due discrete opportunità in abbrivio di
derby: cross di Mora, al 9', Berrettoni in spaccata ad anticipare tutti
all'altezza del primo palo, pronto Cecere nella deviazione. Napoli
inizialmente sollecito ed incisivo lungo la banda sinistra: dal corner,
Varricchio in incornata, il pallone s'è perso di poco a lato. Troppo
spesso vicini, molto vicini, i due attaccanti del Napoli. Inevitabile la
conseguenza: talvolta si sono annullati.
Settantamila voci, uno spettacolo. Migliaia di bandiere azzurre al
vento, l'ampio schizzo di verde Avellino nella fettina di stadio
riservata ai tifosi ospiti. un pubblico e uno stadio da A per una
partita di serie C1, ma si può? Succede a Napoli, ed è come aver
assistito e partecipato ad una sfida scudetto. "Ma siamo a Napoli-Juve",
s'è chiesto e ha chiesto Antonio Juliano, bandiera di Napoli, il simbolo
di un altro Napoli, tornato allo stadio dopo cinque anni, emozionato e
commosso, convinto dal progetto di De Laurentiis. L'Avellino col
tridente in attacco, ma l'atteggiamento non è stato quello
dell'assaltatore, nel primo tempo. Squadra corta nella propria trequarti
e via con le ripartenze appoggiate su Rastelli, tamponato da Terzi,
svelto e attento. Il tridente irpino è sparito dal campo nella ripresa,
surrogati Evacuo e Ghirardello da Morfù e Fusco, che attaccanti non
sono.
Il Napoli a lungo come confuso dall'urlo dei 70'000. Forse emozionato,
quindi impreciso, addirittura sulle gambe nel cuore della prima parte.
Un'impressione o che cosa? Una constatazione: L'Avellino s'è
impossessato saldamente del governo del derby nel cuore del primo tempo.
Napoli incapace di ripartire, evidente il problema fisico: squadra
lunga, interminabili lanci sostitutivi di una manovra passabile, in
mezzo al costante, continuo attivismo di Riccio e Cinelli in mezzo al
campo. Leonino Gatti, impreciso Corrent, vago e indeciso Abate nel
dribbling. Moretti l'ha tamponato come si deve e, non è che abbia
lasciato granché neppure a Toledo, subentrato nella ripresa sotto la
spinta di 70'000 cori napoletani. Avellino bene organizzato, ancorché
con il freno a mano tirato. Casuale l'opportunità sprecata da
Ghirardello al 37' su assist involontario di uno del Napoli, Scarlato.
Perso il governo del derby, il Napoli se l'è ripreso brevemente di
prepotenza in chiusura di primo tempo. Una ribellione di cuore, non di
testa e neppure di gambe. Comunque, stavolta interessanti le situazioni
costruite al 41' e al 42': Mora perfetto imitatore di Ghirardello,
clamorosa e sgrammaticata la conclusione di sinistro da dentro l'area di
rigore; il mezzo prodigio di Cecere a stornare in angolo il perfido
rasoterra di Varricchio. Sulla conclusione in incornato di Corneliusson,
attivato dal ponte aereo di Ignoffo, in avvio di ripresa, s'è spento
l'ardore degli sfiniti giocatori di Ventura. Derby chiuso per il Napoli,
ma anche per l'Avellino, che s'è riservato il possesso di palla e il
diritto di costringere l'avversario nella sua metà campo. Morfù ha
provato a ribellarsi all'andazzo profumatamente si 0-0. Tipico tiro
della domenica da lunga distanza, Belardi costretto al colpo di reni
riparatore. Fine del Derby e tutti a casa infelici e scontenti. Escluso
l'Avellino, ancora più primo in classifica.

 
BELARDI 6
TERZI 6
SCRARLATO 6 (27'st Accursi sv)
IGNOFFO 6.5
ABATE 5.5 (11'st Toledo 5.5)
CORRENT 5.5
GATTI 6
CORNELIUSSON 5.5 (26'st Montervino sv)
MORA 5.5
BERRETTONI 5
VARRICCHIO 5.5

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