Domenica 05/12/2004 – Tredicesima giornata
 

Napoli, tre punti d'oro.
Autogol di Carnivali e rigore di Sosa:
Ventura torna alla vittoria in attesa dei rinforzi.
Ospiti in 10 dal 29' per lespulsione di Morleo. Capuano ci prova
comunque.

 

NAPOLI – SORA 2 – 0 (24430
spettatori)

Arbitro: Helber di Messina.
Guardalinee: Conca e Cuomo.

NAPOLI (3-5-2): Belardi, Ignoffo, Scarlato (15'st Terzi), Savino,
Toledo (1'st Abate), Montesanto, Corrent, Montervino, Mora, Varricchio,
Sosa (18'st Berrettoni).
Panchina: Gianello, Accursi, S. Bonomi, Gatti. All. Ventura.
SORA (3-5-2): Ripa, Cianfrani, Carnevali, Parisi, Capezzuto (1'st
Costanzo), Bricca, Ferraresi (1'st Sorbino), Antonini (6'st Luciani),
Morleo, Caputo, Magliocco.
Panchina: Di Girolamo, Campo, Fumai, Morello. All. Capuano.

MARCATORI: 23'pt Carnevali (aut),
29'pt Sosa (r).

Tre punti, solo quelli. Il resto a sfiorare il nulla: Napoli
imbarazzante, a segno di autogol e su calcio di rigore, ai minuti 23 e
29 della prima parte. Brutto Napoli, a tratti inguardabile dopo il
vantaggio, talvolta a disagio davanti al modesto e onestissimo Sora per
69' in inferiorità numerica. Espulso Morleo, colpevole di aver affondato
in affannoso recupero Varricchio, Messo da Sosa nella condizione di
battere a rete. Lo scambio stretto tra i due attaccanti a provocare il
fallo da ultimo uomo del mancino del Sora. Undici contro dieci dalla
circostanza che ha originato il calcio di rigore capitalizzato con
freddezza e precisione dal Pampa, la truppa di Ventura s'è ritrovata
sotto la pressione del Sora. L'aggressione della squadra laziale, nella
ripresa, interrotta solo dalle travolgenti volate di Abate, sostituito
all'inefficiente Toledo, e nell'estremo finale dai numeri dell'inatteso
Montervino. Percussioni da sinistra, dribbling, cross e gli oppositori
seminati con serpentine alla Zidane: il cucchiaio ad indirizzare il
pallone a lato di centimetri, allo spirare della partita.
Napoli preso da voglie masochiste nella ripresa, a dispetto del doppio
vantaggio e della superiorità numerica: a lato di un filo la battuta in
diagonale di Caputo, napoletano di via Marina; il palo basso centrato in
pieno da Magliocco, al 34' del secondo tempo. Ma il Sora questo è. Poca
roba che Capuano, tecnico salernitano, cerca di apparecchiare e servire
nella maniera migliore. Napoli talvolta persino irritante. Ripiegato su
se stesso, in presenza della pressione dei dirimpettai, all'assalto con
un uomo in meno. Indispettiti dalla qualità del gioco espressa e
dall'atteggiamento della squadra, i napoletani spettatori paganti, hanno
voltato le spalle ai beniamini. Il progressivo svuotamento dello stadio
prima del quarto d'ora finale a mo' di non gradimento della prestazione.
un brutto segnale: il disamore è di nuovo in atto, facile individuare la
spiegazione. se questo è il Napoli, diventa problematico continuare a
coltivare progetti di promozione.
Riproposto il 3-5-2, Ventura s'è ritrovato tra le mani un unico bene: i
tre punti. Non un'impresa contro il Sora per oltre un'ora in inferiorità
numerica, proprietaria di evidenti limiti, punita innanzitutto da un
autogol. questo frutto della caparbietà di Montesanto, attendente con
Montervino di Corrent, il cosiddetto regista di giornata. Palla rubata
sulla trequarti, al 23'. Taglio di Varricchio, liberato dal compagno,
tiro-cross da destra doppia carambola sul sinistro di Bricca, poi sulla
coscia di Carnevali: autogol pieno, non gol dell'attaccante, stavolta.
Mora in sovrapposizione sulla sinistra, Napoli appena vivace, di tanto
in tanto. Ma alla conclusione è andato solo Varricchio, in grado tra
l'altro di mettere il piede nell'azione del vantaggio napoletano e di
procurarsi il calcio di rigore del raddoppio.
Sora in soggezione all'inizio, malgrado le urla e il gesticolare del suo
sanguigno allenatore. timidezza tipica da grande arena: un sogno giocare
al San Paolo per Capuano e i suoi giocatori (napoletani e campani in
particolare: Capezzuto, Parisi, Caputo, Sorbino) e per Sora stessa,
cittadina di 24000 abitanti. un calcio alla soggezione al 15' della
prima parte: Savino sopravanzato in velocità da Magliocco, l'attaccante
s'è presentato davanti a Belardi, il corpo del portiere in opposizione
alla conclusione a colpo sicuro. sotto di due gol e con un giocatore in
meno, Capuano ha tentato con i cambi. S'è preso il comando virtuale del
gioco, ma non è andato oltre, neanche quando ventura ha dovuto togliere
dal campo Scarlato, claudicante. Sora all'attacco, insidiato però dalle
percussioni di Abate, una sorta di Eurostar sulla fascia destra, e dal
pirotecnico finale di Montervino.
L'andamento della fase estrema della partita ha chiarito che il problema
napoletano non è di natura fisica. Comunque è andata di lusso al Napoli,
questi sono punti importanti. incartati e portati a casa con la
tredicesima formazione schierata in altrettante partite da Ventura,
destinatario di un anonimo, ambiguo, misterioso striscione: "Ventura o
sventura". Un numero provvidenziale, il 13. Consultare la smorfia,
prego.

 
BELARDI 6
IGNOFFO 6
SCRARLATO 6.5 (15'st Terzi 5.5)
SAVINO 5.5
TOLEDO 5 (1'st Abate 6)
MONTESANTO 5.5
CORRENT 6
MONTERVINO 5.5
MORA 6
VARRICCHIO 6
SOSA 6 (18'st Berrettoni 5)

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *