Domenica 13/02/2005 – Ventitreesima
giornata –
 

L'Avellino piega il Napoli.
Nona vittoria al Partenio: irpini a soli 3
punti dal Rimini capolista.
Rastelli e Biancolino micidiali in sei minuti. Primo ko per Reja, in
formazione rimaneggiata.

 

AVELLINO – NAPOLI 2 – 0 (21169
spettatori)

Arbitro: Ciampi di Roma.
Guardalinee: Cariolato e Longhi.

AVELLINO (4-3-3): Cecere, Ametrano, Puleo, Criaco, Moretti,
Riccio, Fusco, Milesi (25'st Cinelli), Rastelli (38'st Leone),
Ghirardello, Biancolino (38'st Evacuo).
Panchina: Musella, Vastola, D'Andrea, Montezine. All. Cuccureddu.
NAPOLI (4-3-3): Gianello, Grava, Scarlato, Ignoffo, Bonomi,
Montesanto(32'st Pià), Fontana, Corrent, Abate, Calaiò (19'st Sosa),
Capparella.
Panchina: Saviano, Terzi, Nigro, Mora, Gatti. All. Reja.

MARCATORI: 30'st Rastelli, 36'st Biancolino.

Brutto derby, inguardabile per lunghi tratti. Bellissimo per l’Avellino,
sventolio di bandiere e canti a salutare l’avvicinamento al Rimini. Tre
punti, ora. Praticamente niente, basterà una vittoria in più per
l’aggancio. Successo pieno, in calce una doppia firma campana. Rastelli,
un ex, è di Torre del Greco, napoletano pieno Brancolino. Due gol in sei
minuti, nel quarto d’ora terminale. I connotati dell’impresa ci sono
tutti: ciao Napoli, Rimini eccoci. Derby tre volte infame per il Napoli,
penalizzato innanzitutto dalle pessime condizioni del terreno di gioco,
al limite della praticabilità. Sul Napoli, alla vigilia, hanno picchiato
duro il virus e gli infortuni. Il paradosso da derby è sopravvenuto con
la palla in movimento: il Napoli in svantaggio mentre stava giocando
meno peggio dell’Avellino. Cecere insidiato in tre circostanze, da
Corrent e Capparella dal limite dell’area di rigore; fallita da Abate la
rifinitura che avrebbe aperto interessanti prospettive a beneficio di
Corrent.
S’esaurisce qui, in mezzo all’entusiasmo del popolo avellinese,
giustamente euforico e soddisfatto, la striscia positiva del Napoli. Tre
vittorie in successione, prima dei colpi bassi rimediati alla vigilia, e
della piccola bugia che il derby ha raccontato nell’ultimo quarto d’ora.
Il Napoli ha perso quando sembrava che ormai il punto potesse portarlo a
casa. Fatale l’amnesia napoletana sul tiro di punizione da sinistra,
nato da una discutibile ostruzione sanzionata a Montesanto dall’arbitro
Ciampi, protagonista di una direzione segnata da momenti di originalità.
Tesa l’esecuzione di Moretti (30’), sottovalutata da Grava e non seguita
da Ignoffo, recuperato all’ultimo momento dopo giorni trascorsi a letto.
Tempestiva, prepotente, spettacolare, l’incornata di Rastelli. Il più
basso della compagnia nell’area napoletana: la malignità vincente
dell’ex. Una esecuzione da applausi, a testa in giù il Napoli, deluso e
sorpreso proprio mentre pensava di aver acquisito il possesso del
pallino.
Prima è accaduto ben poco, quasi niente. Derby grigio, spigoloso,
cattivo, litigioso, giocato su un prato problematico. Scarlato e
Brancolino si sono scambiati poderose manate in abbrivio di partita. Si
sono messi le mani addosso, ammoniti entrambi. Capparella sotto una
tempesta di fischi, dal primo all’ultimo secondo, e al centro di una
cosa che a tratti ha presentato le sembianze di una vera e propria
caccia all’uomo. Veleni per un presunto tradimento calcistico. Mossa
prevista alla vigilia, Ametrano, campano e anche lui un ex, s’è
appiccicato su Capparella a mo’ di sanguisuga. Rastelli esterno
d’attacco a disegnare sul prato appiccicaticcio e pesante due squadre
speculari. Quattro-tre-tre, con l’Avellino sempre a nella condizione di
ribadire la forza della sua linea difensiva, la migliore del girone, la
meno battuta. Laddove quella del Napoli ha manifestato iniziali
incertezze e qualche momento e qualche momento di sbandamento dovuto
anche alle precarie condizioni di Scarlato. Il capitano rimesso in piedi
la notte prima del derby: non poteva andare al massimo, proprio no.
Stranezze o regole da derby, non scritte, hanno fissato il risultato. Il
Napoli ucciso dal contropiede, ma si può perdere così fuori casa?
Succede, non è la prima volta. Il vantaggio avellinese è nato da un
possesso napoletano sprecato sulla trequarti. Emblematica, poi, l’azione
del raddoppio di Brancolino, al 36’ della seconda parte. Mezzo errore e
maledetto scivolone di Ignoffo, l’attaccante napoletano dell’Avellino
palla al piede in campo aperto, Scarlato saltato in corsa, il pallone
depositato nella porta a rendere inutile il disperato tentativo di
Gianello. Lampi, solo lampi, a riscattare appena 70’ minuti di derby
buio. La conclusione di Fusco in controbalzo, in tuffo la risposta di
Gianello. Insolite imprecisioni di Fontana, spesso affrancato
dall’opposizione avversaria in mezzo al campo. Lo spunto in dribbling di
brancolino, cross sottoposta non raccolto. L’inversione degli esterni
operata da Reja al 30’: Abate a sinistra, Capparella a destra. Mossa
senza esito, come quella proposta da Cuccureddu nella ripresa. Rastelli,
in pratica, ha firmato la partita con un’incornata da destra. La zona di
sua competenza.
Napoli inoffensivo nel primo tempo, in crescita nella ripresa. Uniforme
l’Avellino, squadra di grinta, cattiva come impone la categoria,
furbissima, cinica, proprietaria di una difesa d’acciaio. Il derby è
suo, in mezzo alle recriminazioni del Napoli, deluso quando pensava
addirittura di poter vincere. Reja spera di poterlo giocare nuovamente,
il derby, su un terreno di gioco abile e senza dover fare i conti con
l’emergenza. Può esultare l’Avellino, il Rimini è nel mirino e meno
lontana è la serie B. Mancano alla fine undici patite, saranno mesi
tutti da vivere.

 
GIANELLO 6
GRAVA 5.5
SCARLATO 5.5
IGNOFFO 5
BONOMI 6
MONTESANTO 5.5 (32'st Pià sv)
CORRENT 5.5
FONTANA 6
ABATE 5.5
CAPPARELLA 6
CALAIO' 5 (19'st Sosa 5.5)

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