Lunedì 13/11/2006 – Posticipo undicesima
giornata –
 

Calaiò accende il Napoli.
Magia da quarto posto. Palo di Di Vicino.
Bari reclama un rigore.

 

BARI – NAPOLI 0 – 1 (25000
spettatori)

Arbitro: Farina di Roma.
Guardalinee: Petrella e Di Fiore.

BARI (4-4-2): Gillet, Bellavista (37'st Di Vicino), Esposito,
Micolucci, Mora, Tabbiani (19'st Fusani), Carrus, Gazzi, Scaglia (11'st
Vantaggiato), Ganci, Santoruvo.
Panchina: Aldegani, Belmonte, La Vista, Rajcic. All. Maran.
NAPOLI (3-4-2-1): Iezzo, Cannavaro, Maldonado, Domizzi, Grava,
Amodio, Bogliacino, Savini, De Zerbi (30'st Sosa), Pià 6 (19'st Trotta),
Calaiò (46'st Gatti).
Panchina.: Gianello, Giubilato, Dalla Bona, Bucchi. All. Reja.

MARCATORI: 43'pt Calaiò.

Con un gran gol di Calaiò in finale di tempo, il Napoli espugna il San
Nicola, inviolato fino a ieri. Alla tenace prestazione degli ospiti fa
riscontro una generosa ripresa del Bari che a tre minuti dal termine
centra il palo con Di Vicino. Meritati gli applausi finali del pubblico.
La formazione di Maran si batte con orgoglio ma deve arrendersi solo
alla maggiore esperienza del Napoli.
Reja l’aveva annunciato: «Aspettatevi sorprese per Bari». Ma non era
solo l’esclusione di Bucchi, la prima in undici giornate, bensì anche
quella di Dalla Bona, un altro degli acquisti del mercato estivo. Un
bomber da trenta gol e un centrocampista dai settepolmoni. Due nuovi su
cinque in panchina. Dentro Pià e De Zerbi. Non solo, anche una leggera
variazione al modulo: due seconde punte a ridosso di Calaiò che va ad
occupare così la posizione di terminale offensivo come già capitatogli a
Pescara nella stagione delle ventuno reti. Gioca d’azzardo, Reja.
Rischia, sapendo di poter rischiare dal momento che dispone di ben
cinque difensori cinque: i tre centrali oltre a Grava e Savini a
presidio delle zone laterali.
Il Bari viene così attirato nella trappola. Già privo di Pianu e
Gervasoni, Maran non può fare altro che suggerire ai suoi di restare in
guardia e tentare sortite per vie esterne appena si aprono gli spazi. Ma
i disagi balzano agli occhi fin dalle prime battute. I ventimila del San
Nicola incoraggiano i propri beniamini in maniera encomiabile, come non
accadeva da tempo. Prova Carrus, appena gliene dà la possibilità
Bogliacino, ad innescare Ganci e Santoruvo peraltro ben controllati da
Cannavaro e Domizzi. E’ invece il Napoli a far prevalere la sua evidente
superiorità sul piano tecnico con un fraseggio mai evidenziato in
precedenza. Eppure manca la lucidità ed il tempismo nell’azionare quei
tre levrieri schierati da Reja in avanti. Come se i partenopei fossero
staccati in due tronconi: da una parte sette uomini incaricati della
fase difensiva, dall’altra i tre in attacco di cui solo Calaiò capace di
fare movimento senza palla e smarcarsi a ripetizione.
Ne approfitta così il Bari che cerca di rendersi pericoloso a fiammate
sulle corsie esterne. Prima Mora a sinistra e poi Bellavista a destra,
provano ad andare a raddoppio su Scaglia e Tabbiani nel tentativo di
guadagnare il fondo e servire palloni al centro per i compagni. Lo scopo
di Maran sarebbe quello di obbligare De Zerbi e Pià a ripiegare quando
il Bari entra in possesso del pallone. Esperimento riuscito solo in
parte perchè il Napoli tiene in difesa ed affonda con insolita
puntualità: per vie centrali, o anche sulle fasce. Il clichè della gara
sempre chiaro fin dalle battute iniziali: chi è più in grado di
offendere avrà la meglio. Ed il Napoli pur mancando della necessaria
determinazione negli ultimi venti metri ci prova finchè non trova il
gol, e che gol: al 43', Savini, riprendendo una rimessa laterale, serve
al centro per Calaiò. Numero da manuale: stop di petto e pallone colpito
di sinistro prima che battesse a terra. Per Gillet niente da fare. Per
Calaiò, la quarta rete nelle ultime cinque gare.
Nella ripresa, Maran sfrutta la carta Vantaggiato cercando con le tre
punte di impegnare un po’ in più la difesa partenopea. Dopo qualche
minuto inserisce Fusani per Tabbiani disegnando un 4-3­3 marcato.
Qualche effetto si nota. Il Bari stavolta si presenta minaccioso dalle
parti di Iezzo. E Reja non esita a tirare fuori Pià (una punta) per
Trotta (un centrocampista) passando così al 4-4-2. E dopo un po' anche
Sosa (una roccia) al posto di De Zerbi (affaticato). Il Bari azzarda la
mossa della disperazione: in campo anche Di Vicino e proprio lui centra
il palo su punizione a 3' dal termine. Poi il giallo: Maldonado
intercetta un pallone in area napoletana, il Bari chiede il rigore per
fallo di mano, Farina dice che è solo calcio d’angolo. E il Napoli
festeggia.

 
IEZZO 6
MALDONADO 6.5
CANNAVARO 6
DOMIZZI 6
GRAVA 6
AMODIO 6
BOGLIACINO 6.5
SAVINI 6.5
DE ZERBI 6.5 (30'st Sosa sv)
PIA' 6 (19'st Trotta 6)
CALAIO' 7.5 (46'st Gatti sv)

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *