Domenica 03/06/2007 – Quarantunesima
giornata –
 

Napoli tocca la A.
Subito Calaiò, poi emozioni e colpi di
scena dagli altri campi.

 

NAPOLI – LECCE 1 – 0 (59409
spettatori)

Arbitro: Dondarini di Finale Emilia.
Guardalinee: Ghiandai e Cini.

NAPOLI (3-4-1-2): Iezzo, Grava, P. Cannavaro, Domizzi, Garics,
Montervino, Dalla Bona (20'st Amodio 6), Rullo, Bogliacino, Sosa (42'st
Bucchi), Calaiò(27'st De Zerbi).
Panchina: Gianello, Giubilato, Trotta, Pià. All. Reja.
LECCE (4-4-2): Rosati, Arrieta, Polenghi, Schiavi, Giuliatto,
Angelo (1'st Tesser), Munari, Zanchetta, Diarra, Caccavallo (15'st
Vives), Valdes (27'st Triarico).
Panchina: Pavarini, Herzan, Vicentini, Vascar. All. Papadopulo.

MARCATORI: 7'pt Calaiò.

A un punto dalla A. Il Napoli rinvia la festa, scavalca il Genoa e
domenica prossima a Marassi avrà a disposizione due risultati su tre per
evitare i play off, al contrario dei liguri che ne avranno soltanto uno,
la vittoria. Da un punto di vista psicologico, situazione più favorevole
ai ragazzi di Reja che a quelli di Gasperini. Ma la gente del San Paolo,
accorsa numerosa come ai bei tempi (quasi ses­santamila), sperava di
santificare già ieri il superamento dell’eduardiana «nuttata». La festa
era pronta e per più di un tempo (sino a quando il Piacenza non ha
segnato il gol del raddoppio contro il Vicenza) è parsa a portata di
mano, con il viaggio a Genova trasformato (per via del Rimini eversore a
Trieste e poi riagguantato) in una gita di piacere (anche considerando
lo storico gemellaggio che unisce le tifoserie napoletana e genoana).
Sulla curva B quello striscione umano esprimeva il desiderio di una
città unita nella passione: «Ti Amo».
Quando Dondarini ha fischiato, la gente è rimasta come avvolta in una
nube di incertezza: prima ha gioito per la vittoria e per il secondo
posto in classifica, poi ha attenuato la robustezza dell’entusiasmo
pensando che quella di Marassi sarà partita durissima, un vero e proprio
play off anticipato perché chi trova i punti necessari va direttamente
in A e chi non li trova rischia di finire impigliato in una coda di
campionato pericolosa e crudele. Il Napoli di ieri non ha brillato anche
perché la sua testa ha vagato per l’Italia, rimbalzando da Vicenza a
Trieste a Mantova nell’attesa di una notizia che potesse innescare la
gioia finale. Ha provveduto a sparigliare immediatamente il risultato
(al 7' cross di Rullo, tra i migliori, per il preciso colpo di testa di
Calaiò favorito da un Rosati poco attento nelle uscite e da uno Schiavi
che si perdeva l’uomo) e poi ha gestito seguendo più i mutamenti di
umore degli spalti, rumorosamente trasmessi in campo, che le indicazioni
tattiche del suo allenatore.
Gara dal non eccelso valore estetico, impreziosita dai colpi di Calaiò
(splendida una sua azione al 25' del primo tempo: superamento in
scioltezza di Schiavi e conclusione di esterno appena dentro l’area) e
dagli inutili tentativi di Sosa (al 33' colpiva la traversa con una
conclusione di testa; sette minuti dopo a botta sicura e da distanza
ravvicinata sempre di testa metteva alto sopra la traversa). Il Lecce
arrivato al San Paolo ormai demotivato non potendo ambire ai play off,
per un tempo è stato a guardare ma nel secondo (dopo gli ingressi di
Tesser e Vives) ha comandato il gioco (seppur in maniera sterile dal
punto di vista conclusivo).
Ma le emozioni vere il popolo del San Paolo le ha vissuto via etere,
confidando nelle notizie che arrivavano dagli altri campi. La A è a un
passo ma come disse Kennedy quando Armstrong mise piede sulla luna, quel
piccolo passo può essere un grande passo nella storia calcistica di una
squadra e di una società che troppo hanno sofferto in questi anni. La
vittoria sul Lecce, il secondo posto, la possibilità di poter ottenere
la promozione diretta con il risultato minimo, consentono al Napoli di
affrontare il Genoa con uno stato d’animo più sereno (per quanto possano
essere serene squadre che in 90' si giocano una stagione). In trasferta,
per giunta, la squadra di Reja ha fatto sempre bene, a volte anche
meglio che in casa (dove pure è imbattuto da oltre due stagioni). Ma
dovrà restare concentrato, dovrà soprattutto tenere alte tensione e
attenzione difensive (ieri Paolo Cannavaro e compagni hanno rischiato
poco pur dovendo rinunciare a Maldonado).
Conterà, in quel viaggio, l’esperienza di Edy Reja, i tanti appuntamenti
altrettanto decisivi affrontati nel corso di una lunga e onorata
carriera. E’ l’ultimo sforzo, l’ultimo chilometro prima del traguardo:
lo striscione che indica la fine del purgatorio calcistico è visibile a
occhio nudo. Bisogna solo evitare che le gocce di sudore bruciando le
pupille annebbino la vista.

 
IEZZO 6
GRAVA 6
DOMIZZI 6.5
CANNAVARO 6.5
GARICS 6
MONTERVINO 6
DALLA BONA 6 (20'st Amodio 6)
RULLO 6.5
BOGLIACINO 6.5
CALAIO' 7 (27'st De Zerbi sv)
SOSA 5.5 (42'st Bucchi sv)

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