29ª GIORNATA

Bene la prima di Donadoni al San Paolo

Buon Milan nel primo tempo, ma grande Napoli nella ripresa

serieA
dom 22/03/09

NAPOLI

MILAN

stadio San Paolo
60000 spettatori
napoli milan  
arbitro De Marco – 5
guardalinee Grilli – Rosi
quarto uomo Ciampi

0

0

 
     
ammonizione Blasi  

NAPOLI (3-5-2): Navarro, Santacroce, P. Cannavaro, Contini, Grava, Pazienza, Blasi, Hamsik, Mannini, Zalayeta (47’st Bogliacino), Lavezzi.
Panchina: Bucci, Montervino, Datolo, Denis, Amodio, Russotto. All. Donadoni.
MILAN (4-3-1-2): Dida, Zambrotta, Maldini, Favalli (26’st Senderos), Jankulovski, Beckham, Pirlo, Flamini, Seedorf (12’st Kakà), F. Inzaghi (17’st Ronaldinho), Pato.
Panchina: Kalac, Antonini, Darmian, Shevchenko. All. Ancelotti.

Applausi sul Napoli. Bello e spigliato, con il passare dei minuti. Probabilmente De Laurentiis che ha anima e portafoglio nel cinema, avrà gridato come uno dei suoi registi: «Buona la prima». La Prima di Donadoni al San Paolo, vero battesimo del fuoco. Superato perché questa squadra di fronte al Milan, cioè all’ostacolo più alto, è apparsa rinata. Certo, Lavezzi e Hamsik, cioè i «due tenori» stanno ritrovando gli acuti, ma ieri sera sono stati gli operai come Blasi e Mannini a lavorare ai fianchi Pato e compagni sino a fiaccarli, nel fisico e nelle idee di gioco. Mannini ha dato corsa e profondità; Blasi ha interpretato il ruolo di schermo davanti alla difesa in maniera esemplare, catturando palloni, limitando al minimo le preoccupazioni dei tre difensori: il fatto che per squalifica non sarà disponibile contro la Samp, non può che preoccupare il tecnico. Prestazione di grande sacrificio di fronte a un Milan che ha cominciato bene ma si è spento con il trascorrere dei minuti, che si è aggrappato a Beckham l’unico che ci ha provato sino alla fine. Da un punto di vista fisico, i ragazzi di Donadoni sono apparsi in crescita e da quello dell’ordine in campo le cose sono migliorate anche rispetto a Reggio Calabria. La strada è lunga, mancano nove partite alla fine ma a Donadoni la società chiede di seminare per il presente ma soprattutto per il futuro. E i primi raccolti appaiono confortanti.
La sera degli esordi e dei ritorni. Un esordio così, nello stadio che ricorda quelle sfide degli anni Ottanta con lo scudetto in palio, persino a uno come Donadoni, compassato e freddo, deve essere apparso soltanto in sogno. Perché sì la Nazionale è la squadra di tutti gli italiani, ma l’affetto per un club e l’affetto dei napoletani per la propria squadra è cosa fuori dal comune. Il calcio è questione di cuore e non solo di ragione: belli e commoventi i «pensieri» esposti dalle due curve per riconoscere l’onore delle armi a Edy Reja. Se li merita, il tecnico friulano, perché nella rinascita di questa squadra un ruolo lo ha avuto, sicuramente positivo. Poi c’era l’altro «esordio», quello di Daniele Mannini, riabilitato dal Tas dopo una sentenza dai tratti sconcertanti: su questi schermi mancava dal 25 gennaio scorso.
Scelta non sorprendente, quella di Mannini: la sua corsa al Napoli in questi due mesi è mancata. Sicuramente meno sorprendente di quella di Grava inserito a destra. A sinistra Donadoni voleva mettere pressione su Zambrotta con un giocatore più predisposto alla fase offensiva; a destra voleva evitare di trovarsi in inferiorità numerica visto che è su quel fianco che il Milan appoggia gran parte del suo gioco, partendo di lì Pato e spesso spostandosi su quella fetta di campo anche Seedorf. Ai suoi Donadoni ha chiesto di restare corti, di pressare Pirlo con i due attaccanti, Zalayeta e Lavezzi e di attendere nella metà campo gli avversari tenendo dietro la linea della palla costantemente otto uomini (spesso nove con l’arretramento di Zalayeta).
Il Milan dei tre Palloni d’Oro (due sono anche entrati in campo) in panchina ha fatto inizialmente gioco, sfruttando i timori reverenziali (e i freni psicologici) di un Napoli in convalescenza. Pato ha regalato momenti di classe (comunque tenuti sotto controllo da Santacroce e Cannavaro) ma è stato il Napoli che nel finale del primo tempo, liberatosi un po’ dalle paure, ha creato le cose migliori compreso un gol di Hamsik ingiustamente annullato per fuorigioco (lo slovacco era tenuto in posizione legittima da Pirlo). Da quel momento in poi il Napoli è cresciuto e il Milan è scomparso, graziato da Zalayeta in due occasioni (clamoroso l’errore di mira al 18′ della ripresa, su assist di Hamsik). Nemmeno l’ingresso in campo di Kakà e Ronaldinho ha risvegliato i rossoneri, surclassati in mezzo al campo da uno splendido Blasi e da un maratoneta ritrovato come Mannini.

 
NAVARRO 6
CANNAVARO 6
SANTACROCE 6
CONTINI 6.5
GRAVA 6
PAZIENZA 6.5
BLASI 7
HAMSIK 6
MANNINI 7
ZALAYETA 5.5 (47’st Bogliacino sv)
LAVEZZI 6.5

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