13ª GIORNATA |
Ballardini chiude la Lazio e il Napoli non trova spaziGara brutta e noiosa con un solo brivido |
|
dom 22/11/09 |
NAPOLI |
LAZIO |
San Paolo 46524 spettatori |
|||
Saccani – 5 | |||||
Nicoletti – Romagnoli | |||||
Celi | |||||
0 |
0 |
||||
Pazienza | Mauri | ||||
Gargano | Cruz | ||||
P.Cannavaro | Radu | ||||
Cruz |
NAPOLI (3-4-3): De Sanctis, Campagnaro, P. Cannavaro, Rinaudo, Maggio, Gargano, Pazienza (25’st Denis), Zuniga (13’st Datolo), Hamsik, Quagliarella (30’st Cigarini), Lavezzi. Una tra le più brutte partite della stagione (in assoluto) regala un po’ di ossigeno a Ballardini. Ma il pareggio della Lazio a Napoli non rappresenta, soprattutto dal punto di vista del gioco, una inversione di tendenza. Il tecnico romagnolo cercava un punto per rimpannucciarsi. Ha raggiunto l’obiettivo facilitato dal suo collega, Walter Mazzarri. Perché se la paura di Ballardini era comprensibile, la mancanza di coraggio del napoletano è risultata decisamente fuori luogo. Davanti a una Lazio preoccupata e timorosa, il Napoli ha deciso di regalare la fascia sinistra inserendo un giocatore, Zuniga, che da quella parte manifesta più di un imbarazzo e di rinunciare alla qualità a centrocampo. Risultato: niente gioco, una sola vera occasione in tutta la gara (dopo appena otto minuti con Muslera che ha sbrogliato in uscita su Maggio una situazione complicata) e tanta, tanta noia. Troppo tardi sono arrivati i ripensamenti di Mazzarri. Ballardini incassa e ringrazia. La situazione di classifica della Lazio non è certo migliorata ma una sconfitta a Napoli avrebbe probabilmente aperto una crisi dagli sviluppi imprevedibili e forse drammatici. Così il romagnolo almeno galleggia: una consolazione di poco conto considerate le attese iniziali e i risultati giunti dagli altri campi. Il romagnolo ha impostato la squadra in chiave quasi esclusivamente difensiva. Molti allenatori sostengono che il calcio non è sintetizzabile nei numeri che qualificano i moduli di gioco. Hanno ragione: a volte questi numeri ingannano. Ieri la Lazio ha praticamente allestito una difesa a cinque con Brocchi che arretrava sulla linea dei difensori, da vero e proprio terzino destro e Foggia che si abbassava sulla linea mediana. Decidete voi come chiamarlo. La realtà è che l’unico obiettivo era quello di creare densità, evitare gli inserimenti da dietro, in poche parole limitare i danni. E se si fa eccezione per quella parata di Muslera e per il finale un po’ concitato (l’ingresso di Datolo ha rianimato un po’ il Napoli), la Lazio ha limitato i danni al minimo e portato a casa un «brodino» tiepido. Bisogna vedere quali contraccolpi avrà questa piccola boccata di ossigeno sul morale della squadra. Ma una cosa è certa: la strada è lunga e molto in salita. |
|
DE SANCTIS 6 | |
CAMPAGNARO 6 | |
P. CANNAVARO 6 | |
RINAUDO 6 | |
MAGGIO 5.5 | |
GARGANO 5.5 | |
PAZINEZA 5.5 | (25’st Denis 5.5) |
ZUNIGA 5 | (13’st Datolo 6) |
HAMSIK 5.5 | |
QUAGLIARELLA 5.5 | (30’st Cigarini sv) |
LAVEZZI 6 | |
MAZZARRI 5 |