VINICIO, 'O LIONE

vinicio napoliLuis Vinicius de Menezes, in una sola parola Vinicio. Per i napoletani, "o' lione". Era, ed è ancora adesso, un personaggio quasi mitologico. Se il leone è il re della foresta, lui era e rimane il predatore dell'area di rigore. Vinicio, quando partì dal Brasile per l'Italia, mise in valigia un leone di bronzo che gli diedero gli amici del Botafogo, il suo club. "Au leau do Botafogo", c'è scritto sulla targhetta.
La storia racconta che fu Eraldo Monzeglio a conquistarlo per nome e per conto del comandante Lauro. Ma, ricordano i cronisti del tempo, non fu solo per una questione di denaro che Vinicio scelse il Napoli. Gli offrivano soldi, tantissimi, anche società più prestigiose e forse allora meno ricche, ma comunque rappresentanti del Nord industriale a fronte del Sud agricolo. Ma Vinicio volle Napoli, come trent'anni dopo Napoli volle follemente un altro sudamericano: Diego Armando Maradona.
A Napoli ha giocato per cinque anni. Quando partiva verso la porta avversaria palla al piede, veniva accompagnato dagli "ooohhhh" di ammirazione e stupore che crescevano passo dopo passo. Il Napoli schierava: Bugatti, Camoschi, Greco, Morin, Franchini, Beltrandi, Brugola, Di Giacomo, Vinicio, Bertuccio, Novelli. Il Napoli della stagione 1957/58 arrivò al quarto posto. La Juventus fu Campione d'Italia, seguirono Fiorentina, Padova ed il Napoli con 40 punti. Con Vinicio, punti di forza furono il petisso Pesaola, Di Giacomo, Comaschi ed il portiere Ottavio Bugatti, l'Ottavio Volante. Amedeo Amadei, l'allenatore, per migliorare la squadra, puntò su Manuel Del Vecchio, proveniente dal Verona, genio e
sregolatezza, sangue caldo e, di conseguenza, nervi poco saldi. Non legò con l'ambiente, il Napoli disputò un campionato tanto pessimo che i tifosi andavano in massa agli allenamenti per contestare. Persino Vinicio si ritrovò messo in discussione, così pure Lauro. Il Napoli finì settimo, a pari punti con il Lanerossi Vicenza ed il Padova; licenziò Amadei ed ingaggiò il dottor Annibale Frossi, un tecnico indissolubilmente legato ad un concetto di calcio che si
basava sulla difesa, e in qualche caso, unico attacco.
Frossi rimase solo quattro giornate. Infatti, andò tutto così male che Lauro richiamò Amadei, il cosiddetto "Fornaio di Frascati". Il Napoli prese gradualmente a risalire e, quando tutto sembrava preannunciare l'esplosione, compresa l'inaugurazione del nuovo, bellissimo stadio San Paolo (6 Dicembre 1959), la squadra ricadde a causa di un girone di ritorno fallimentare. Il Napoli finì quattordicesimo, salvo per un pelo, e senza più Vinicio che concluse la sua gloriosa carriera a Vicenza.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *