VENDITORE di FICHI D’INDIA
Il venditore di fichi d’india (che in napoletano sono chiamati ficurinie) era un ambulante che, oltre al normale commercio di acquisto al pezzo, aveva escogitato un metodo “divertente” associato al commercio di questi frutti. Infatti, i fichi d’india erano riposti in un grosso sacco dal quale, il compratore-scommettitore, doveva cercare di tirarli fuori. Il tutto utilizzando un coltellino attaccato ad una fune, con il quale si doveva cercare si infilzare un frutto ed estrarlo dal sacco. Ogni tentativo costava pochi centesimi e, in caso di successo, si vinceva il diritto a mangiare il fico d’india estratto.
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Ho 92 anni e mesi, sono Napoletano e sto cercando di scrivere, o descrivere,, qualcosa sui fichi d’Ibdia come ricordo di una infanzia lontanissima, legata al 1938 ed oltre.Sento il bisogno di sentirmi sicuro, con o razie ad episodi che, nella loro emplicita’, mi resero contento con poco e che, oggi, hanno acqustato un siginificato di fondo perfino orprendente.
Nel mio racconto, faro’ il mio dovere con il ciare il Vostro sito come fonte corroorante quanto da me descritto.
Un saluto affettuoso.
a;dp
P.S. – Avere in archivio, per casao, qualche cartolina che rirpodica chiaramente la via Francesco Crispi nel suo intero percorso? Ho altri ricrdi ma vorrei unirli a una catolina del’epoca. Mille grazie.